Eletto borgo dei borghi 2023, Ronciglione vanta una storia antica, manifestazioni folcloristiche e scorci che l’hanno reso set di pellicole indimenticabili.
Bello come un set cinematografico ma naturale come un borgo antico, Ronciglione sorge in una posizione strategica tra due vie romane: la Cassia Cimina, alla quale corrisponde il tracciato dell’antica Via Francigena, e la Cassia Clodia, all’interno del suggestivo comprensorio del Parco naturale dei Monti Cimini. In prossimità della Riserva naturale del Lago di Vico, il più alto specchio d’acqua di origine vulcanica della penisola, il comune in provincia di Viterbo è stato appena eletto Borgo dei borghi 2023, vincendo la gara annuale collegata alla trasmissione Kilimangiaro, su Rai 3.

Duomo di Ronciglione e ”Torrioni” (castello della Rovere)
«Un’emozione grandissima e un altro importante riconoscimento», commenta il primo cittadino Mario Mengoni. «Ronciglione racchiude molte peculiarità, dalle bellezze paesaggistiche a quelle storiche e architettoniche. Poi ci sono le tradizioni, quelle che costruiscono la nostra identità comunitaria. Essere eletti Borgo dei borghi ci riempie di orgoglio e siamo onorati di aver gareggiato con località splendide, che rappresentano tutta la varietà italiana». Facilmente raggiungibile da Roma, il piccolo centro che appartiene al circuito dei Borghi più belli d’Italia, con poco più di 8mila abitanti, vanta una storia antichissima che risale alla civiltà etrusca. A lungo conteso da papi e nobili casati come i Farnese, ha fatto parte del dominio della Chiesa e divenne ufficialmente una città nel 1727, sotto il pontificato di Benedetto XIII. La bellezza del luogo e la suggestione dei suoi scorci hanno reso Ronciglione un’ambientazione ideale per numerosi film indimenticabili come La vita è bella di Roberto Benigni, L’Armata Brancaleone di Mario Monicelli, La ragazza di Bube di Luigi Comencini, Lo scapolo di Antonio Pietrangeli, con Alberto Sordi e Nino Manfredi.
Una cittadina che ha nel Dna l’arte in ogni sua manifestazione, come testimonia la vittoria all’ultimo Festival di Sanremo di quel fuoriclasse di Marco Mengoni, nato qui 35 anni fa. Alla mia domanda su quale sia il suo luogo segreto a Ronciglione, l’artista inizialmente esita nella risposta, quasi a non volerlo svelare. Poi rivela: «L’angolo che mi rilassa di più è il pontile sul versante ronciglionese del fantastico Lago di Vico che, dopo aver attraversato un gruppo di case, conduce al largo, un po’ distante rispetto alla riva. All’improvviso sembra di essere sospesi, quando c’è calma piatta diventa uno specchio. Sì, mi rilassa molto». Ma Ronciglione è anche sinonimo di tradizioni folkloriche. Qui, fino a poco tempo fa, ogni anno si svolgevano due palii di corse equestri a vuoto, in cui i cavalli correvano senza fantini, con grande partecipazione degli abitanti dei nove rioni in cui è suddivisa la cittadina. Oggi, per motivi di sicurezza, se ne disputa solo uno in estate, in occasione dei festeggiamenti di San Bartolomeo, che continua a richiamare migliaia di turisti da tutta la regione.

Lago di Vico
Sempre legato a un’antica tradizione è il carnevale ronciglionese, considerato uno dei dieci più importanti d’Italia, che con spettacoli e sfilate rievoca importanti episodi della storia locale, come la cavalcata degli Ussari in ricordo della dominazione francese. Raccontano la storia della città la seicentesca Porta Romana, il castello medievale edificato dai prefetti di Vico e conosciuto anche come la Rocca o i Torrioni, il Duomo, splendido edificio in stile barocco costruito nel 1671 su disegno di Carlo Rainaldi, notevole figura nell’architettura seicentesca romana (a cui si deve il capolavoro della facciata absidale di Santa Maria Maggiore, a Roma).

Corso di Gala del Carnevale di Ronciglione
Ma anche la chiesa romanica di Santa Maria della Provvidenza e quella di Santa Maria della Pace, eretta su progetto attribuito al Vignola, in cui si può ammirare un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col bambino. Sempre al Vignola viene attribuito il disegno della curiosa fontana degli Unicorni, in pietra arenaria, così soprannominata per i tre animali fantastici, conosciuti anche come cavalli marini, da cui sgorga l’acqua che poi si getta nelle due ampie vasche sottostanti.

Gli Ussari, rievocazione storica al Carnevale di Ronciglione
Il Borgo dei borghi 2023 è tale anche per i magnifici scenari naturali in cui è immerso e dove gli amanti del trekking e dei percorsi naturalistici possono soddisfare la loro passione: dal vulcanico Lago di Vico, dove d’estate è persino possibile la balneazione, alla Faggeta vetusta del Monte Cimino, dal 2017 proclamata Patrimonio naturale dell’umanità. Ronciglione ha anche una lunga tradizione gastronomica basata su vino, olio extravergine, nocciole e castagne. Gustosissima l’acquacotta della Tuscia, un piatto robusto di origine contadina creato per affrontare le lunghe giornate di faticoso lavoro tra i campi o le greggi.
Ottime anche le specialità di lago, tra cui il coregone, i filetti di pesce persico, il lattarino e l’anguilla. Un suggerimento per gli amanti della buona tavola e dei sapori della tradizione: non mancate di assaggiare i tortorelli, una pasta povera fatta di acqua e farina tagliata in listarelle molto spesse e condita con le prelibatezze del luogo. Famosi sono i dolci come le fregnacce con zucchero, pecorino e cannella (oppure nella variante con ricotta e cannella) e il pampepato. «Piatti tipici del Viterbese con un pizzico di influenza toscana, visto che Ronciglione è nell’Alto Lazio», precisa Marco Mengoni, goloso di tozzetti, amaretti e pampepato. Ma in generale, aggiunge, «mi piacciono anche i pomodori con il riso, che sono un piatto romano, la panzanella, le melanzane alla parmigiana e le zucchine ripiene. Però quelle di mamma».
Foto in evidenza Il borgo di Ronciglione (Viterbo) costruito su uno sperone tufaceo ©Enrico Barbini
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