Se qualcuno vi propone Cialled (stufato di verdure), Pen cutt (pane cotto) e cavatelli e un bicchiere di Aglianico, siete sicuro in Basilicata. Una cucina popolare dai sapori forti e spesso dimenticata. Vogliamo per questo fare un piccolo ”ripasso” per non perdere proprio niente di questa terra.

peppone calabrese e ludovica casellati
La cucina
Se siete in Basilicata ci sono dei piatti che non potete non assaggiare e che sono davvero conosciuti ovunque come i peperoni cruschi che sono peperoni fatti essiccare al sole e poi fritti. Fa parte della cultura culinaria del materano anche il Pezzente della montagna materana, un salame usato soprattutto per insaporire i condimenti della pasta, così come la Crapiata materana una zuppa di legumi mista. L’allevamento era una delle attività più importanti di queste zone ed ecco che nella cucina si trova il Cuttur (la pignata) ovvero la pecora alla materana con patate, erbe aromatiche, pancetta, scorze di formaggio e fondi di salumi avanzati.
Due sono le versioni della Cialledda, quella fredda fatta con pane raffermo condito con pomodorini, cipolle, origano, e nella versione calda con pane cucinato con cime di rapa o cicorie più un uovo. Nelle Orecchiette alla materana il sugo è quello di agnello assieme a pecorino e mozzarella; gli Gnummiredd sono involtini di interiora di agnello e il Cazzomarro è la versione più grande degli gnummiredd. Tra i dolci troviamo lo Sporcamuss composto da due stati di pasta sfoglia con ripieno di crema pasticcera e le Strazzae, palline di pasta con farina, zucchero, mandorle e cioccolato. E poi tutto “bagnato” da un Matera Doc.
In bici
Se avete voglia di conoscere in maniera lenta questi territori della Basilicata, vi proponiamo un giro in bicicletta alla scoperta delle perle preziose che nascondono le colline materane. In bici si possono scoprire una serie di borghi in un tour di difficoltà medio – alta che, considerando anche la lunghezza, è possibile percorrere in due o più tappe. Il percorso si sviluppa su strade a scarso traffico veicolare tranne che nelle vicinanze di Matera, dove è necessario prestare attenzione. Il clima e l’altimetria ne garantiscono la percorrenza tutto l’anno, ma le stagioni migliori sono la primavera e l’autunno. Partendo da Matera si passa per Montescaglioso – Miglionico – Grottole – Grassano – Irsina. Circa 120 chilometri in totale tornando poi a Matera.

Da vedere
Matera è conosciuta in tutto il mondo per i suoi Sassi, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1993 così come il Parco delle Chiese Rupestri. I Sassi hanno avuto origine da piccoli nuclei sorti attorno a luoghi di culto che si sono sviluppati oltre le mura che cingevano la Civita, l’antico centro istituzionale, religioso e commerciale della città.
L’abbazia benedettina di San Michele Arcangelo a Montescaglioso, come è da non perdere la rievocazione storica “La Cavalcata del Borbone” e “La processione dei Misteri” nella Settimana Santa. Inoltre vengono organizzati eventi culturali e musicali come “Gezziamoci” e “La Notte dei Cucibocca” nel giorno dell’Epifania.
Il Castello detto della Congiura dei Baroni (avvenuta nel 1485 contro re Ferdinando I di Napoli) o del Malconsiglio e la Chiesa di S. Maria Maggiore dove è conservato Il polittico di G. Battista Cima da Conegliano.
Le antiche casette ad un piano dette “jrutt” e i resti della chiesa dedicata ai Santi Luca e Giuliano, denominata “Diruta” che fu costruita a partire dal 1509, ma i lavori non furono mai terminati, ne restano la torre campanaria, con lo stemma dei Del Balzo-Orsini, e la porta maggiore, oltre che una parte dell’imponente facciata e del suo ampio e cinquecentesco portale.
A Palazzo Materi si può ammirare il presepe del maestro Franco Artese, siamo a Grassano che è uno degli esempi più importanti di insediamento urbano edificato dall’Ordine dei Cavalieri di Malta in Basilicata.
La cattedrale di Santa Maria Assunta (XIII sec.), scrigno di un gioiello di straordinaria bellezza e inestimabile valore, una scultura di Santa Eufemia in pietra di Nanto attribuita ad Andrea Mantegna.
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