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Padova, in piazza dei Signori debutta lo street food della Prosciutteria

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Terza apertura in Veneto per il “non-ristorante” più vintage d’Italia: col suo arredo ispirato al riciclo creativo, La Prosciutteria porta in sei regioni schiacciate, porchetta, taglieri di salumi e formaggi made in Tuscany.

La Prosciutteria

Un pezzo di Toscana nel cuore di Padova: è al numero 5 della centralissima piazza dei Signori, che fa il suo debutto il “non-ristorante” più vintage d’Italia, La Prosciutteria. Al suo terzo locale nel Veneto – il primo era stato inaugurato a Verona nel 2019 in piazza Erbe, il secondo lo scorso settembre a Venezia, nel sestiere di Cannaregio – il brand toscano continua la sua espansione nel nord est, portando con sé i suoi due elementi caratterizzanti: a far da filo conduttore sono da un lato le schiacciate e i taglieri più famosi d’Italia di salumi e formaggi made in Tuscany, e dall’altro il particolare arredo basato sul riciclo creativo, ossia il riutilizzo di pezzi anche importanti provenienti da ville storiche, fattorie, antiche case coloniche e nobiliari.

Non a caso, la scelta di una posizione centrale come piazza dei Signori conferma la volontà del brand di investire in ogni città su location dal fascino particolare a livello storico e architettonico, pur mantenendo la stessa qualità della prima bottega aperta a Firenze undici anni fa.

La Prosciutteria Padova

E’ aperta tutti i giorni dalle 11 alle 23: per residenti, studenti e turisti sarà occasione di assaggiare le tipicità dello street food toscano in un contesto inconsueto. Nel locale di piazza dei Signori c’è da restare a bocca aperta: il controsoffitto è formato da un centinaio di imposte provenienti da antiche finestre, mentre un’intera parete è realizzata con forme di scarpe in legno di faggio, prelevate da un vecchio calzaturificio di Montecatini. In due sale è stato invece ricostruito un piccolo bosco, usando piante dell’azienda agricola della casa madre nel Chianti e veri alberi di quercia.

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Un’altra parete è arredata con una collezione di stampe di fine Ottocento, mentre in una stanza è stata ricostruita una legnaia in stile montanaro, e in un’altra ancora è presente un dondolo su cui rilassarsi. Infine, il bancone drink è ricavato da uno antico pezzo in stile francese con fregi in ottone, con al centro una vecchia ghiacciata che sarà riutilizzata per contenere il ghiaccio necessario a preparare i cocktail.

Ma oltre alla forma c’è anche tanta sostanza, con gli evergreen della cucina popolare “fast” toscana, dai taglieri di salumi e formaggi (pecorini di varie stagionature aromatizzati come quello al pepe o al rosmarino oppure ai semi di finocchio o all’olio) alle schiacciate farcite, dai carpacci alla rinomata porchetta del Chianti cotta nel forno a legna fino a qualche piatto caldo della tradizione toscana come la pappa al pomodoro, da gustare insieme a vini di produzione propria come Chianti e Chianti Classico.

Il tutto con un servizio informale e un clima quasi familiare: ad esempio, l’acqua microfiltrata gratuita può essere riempita alla fontanella. Più che un ristorante, insomma, una bottega d’altri tempi dove si mangiano taglieri di salumi e formaggi, carpacci, schiacciate ripiene da accompagnare a una delle 120 etichette, tra cui 14 in degustazione a bicchiere.

Marco Gemelli

Classe 1978, sposato con due bimbi, giornalista professionista dal 2007, è membro della World Gourmet Society, dell’Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana e presidente della Italian Chef Charity Night.

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