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 A tavola gli italiani scelgono il pollo. Otto su dieci lo consumano almeno una volta alla settimana perché considerato ricco di proteine, povero di grassi e economicamente conveniente. Ma sappiamo da dove vengono i petti e le cosce che troviamo impacchettati al supermercato? E cosa cambierà con l’approvazione del Ttip?  Dal 2012 è vietato allevare polli in batteria, cioè con una densità di 22 animali per metro quadro, una forma di tortura applicata soprattutto alle galline ovaiole; attualmente si parla di gabbie “modificate” o “arricchite” che concedono un po’ di spazio in più. In realtà, in Italia, da oltre 50 anni le gabbie non si usano più e nessun esemplare è allevato in batteria: il 100% dei polli italiani viene allevato a terra all’interno di capannoni, in parte sono allevati anche all’aperto. Ma quanti polli possono essere contenuti in un capannone? Impossibile avere questa informazione perché come stabilito dal decreto legislativo 181 del 27 settembre 2010 sul “benessere degli animali” che ha recepito la direttiva europea 43 del 2007, i polli non sono più esseri viventi calcolati in unità individuali ma sono considerati massa: la normativa infatti prevede una densità di polli che va da 33 kg a 42 kg per metro quadro. Alla faccia del benessere animale! Considerato che un pulcino pesa circa 45 gr, all’inizio del ciclo allevamento ci saranno molti individui per metro quadro. Man mano che gli animali crescono, per mantenere nella norma il peso previsto dalla legge, potranno essere macellati animali molto giovani (tecnica dello sfoltimento), operazione che provoca un grande stress agli animali, dovuto soprattutto alla rimozione del mangime e al disturbo causato dal personale che entra nel capannone per la manipolazione. Comunque il numero di individui per metro quadro sarà sempre molto elevato, ovviamente lo spazio a loro disposizione diminuirà progressivamente man mano che procede l’accrescimento. Dal punto di vista della sicurezza alimentare possiamo affermare che negli allevamenti avicoli italiani gli antibiotici non vengono utilizzati come fattore di crescita ma esclusivamente a scopo terapeutico su prescrizione veterinaria. Questa pratica è vietata in Europa dal 2006 ma è ampiamente utilizzata in America dove il consumatore mangia quotidianamente polli conditi con antibiotici. Se il Ttip procede come è iniziato, oltre ai vitelli agli estrogeni potremo contare anche sul commercio in Europa di polli agli antibiotici. Come si combattono dunque la crudeltà e i rischi ai quali sono esposti da una parte i polli e dall’altra la nostra stessa salute? Scegliendo polli allevati con metodi non standard o, ancora meglio, biologico: un esempio di allevamento etico e rispettoso del benessere animale, la cui carne è diversa, più gustosa, non perde acqua alla cottura, ha un sapore più ricco, presenta una minore percentuale di grasso ed è più ricca di antiossidanti come tocoferoli e caroteni e di acidi grassi insaturi Omega 3.   Tipologie di allevamento Standard:è effettuato con polli selezionati per garantire il miglior rapporto tra qualità della carne, cibo ingerito e velocità di crescita. Ogni pennuto trasforma 2 kg di mangime in un chilo di carne. Questo vuol dire che 4 euro di mangime ingerito si trasformano in un chilo di carne e ovviamente i costi di allevamento risultano relativamente bassi. La carne di questi animali a crescita veloce è molto tenera, poco saporita ed economica. Anche se possono utilizzare la dicitura “allevati a terra”, i polli si muovono a malapena dato che la loro densità va da 33 a 42 kg per mq. Non standard:estensivo al coperto – i polli crescono in capannoni come quelli standard, ma la densità massima è di 25 Kg per metro quadro e non possono essere macellati entro 56 giorni. Il prezzo è in media del 20% superiore allo standard.all’aperto – la densità in capannone non può superare i 27,5 Kg per metro quadro. Devono essere presenti anche spazi aperti, ricoperti di vegetazione, a cui gli animali abbiano accesso per almeno metà della loro vita. La macellazione non avviene prima dei 56 giorni.rurale all’aperto – la situazione è come quella dei polli allevati all’aperto, solo che nei capannoni non si possono allevare più di 4800 animali, e l’accesso agli spazi aperti deve essere consentito fin da quando i polli hanno 6-8 settimane di vita. La macellazione avviene dopo almeno 81 giorni.rurale in libertà – l’accesso a spazi esterni di superficie illimitata deve essere costantemente garantito. Biologico:si differenzia da quello all’aperto in libertà sostanzialmente solo per il mangime, che deve essere biologico e composto per almeno il 65% da cereali. 

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