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“A Carnevale ogni frittella vale”. Questo il titolo del primo foto virtual contest ideato dalla Federazione nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia, proposto online dal 9 al 16 febbraio.
Contest “A Carnevale ogni frittella vale”
Un tour virtuale gastronomico
Un viaggio attraverso la diversità gastronomica regionale italiana, alla scoperta dei dolci tipici locali. Per non rinunciare alla gioia del Carnevale, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, la Federazione nazionale delle Strade del Vino non si è persa d’animo. Sui suoi vari canali social infatti, a partire dal 9 febbraio, tutti coloro che avranno voglia di condividere le tradizioni culinarie del proprio territorio, potranno dare libero sfogo alla propria creatività.
Una vetrina di sapori
Al contest potranno partecipare ristoratori, fornai, chef, pasticceri, ma anche cultori ed appassionati di cucina, nonché degustatori e semplici golosi. Sarà sufficiente inviare al massimo tre foto di un dolce tipico di Carnevale legato al proprio territorio, accompagnate da una breve descrizione ed eventualmente dalla ricetta. Tutte le foto saranno poi condivise sui canali social della Federazione e nel sito web.
Frittelle di Carnevale © buonissimo.it
And the winner is…
Al termine della gara, il 19 marzo, una giuria premierà le foto ed i racconti più rappresentativi per ogni categoria, tra artigiani, ristoratori e così via, tenendo conto anche del gradimento ricevuto sui social. I vincitori riceveranno in premio esperienze, attività o prodotti, offerti dalla Federazione. Inoltre, una selezione di scatti e racconti entrerà a far parte di un book digitale, disponibile in download sul sito.
I brugnolus sardi © paradisola.it
La federazione nazionale delle Strade del vino
Obiettivo della Federazione nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, nata nel 2017, è quello di contribuire alla crescita ed al consolidamento del turismo rurale, enogastronomico e culturale in Italia. Restituire visibilità dunque, soprattutto a quei territori che, per svariati motivi, sono stati meno valorizzati rispetto ad altri, contribuendo così a far conoscere il nostro Made in Italy in tutto il mondo.
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