Una pasta fatta a mano, veloce, appetitosa. Versioni che differiscono di poco si trovano in molte altre regioni italiane a partire dall’Emilia Romagna dove sembra che abbia avuto origine. Normalmente l’impasto è fatto con farina di grano tenero e sola acqua perché le uova, anticamente, erano destinate al clero e le povere massaie inventarono questo piatto per pura necessità augurando, però, al prete che riscuoteva di “strozzarsi”! A Subiaco (Roma), zona di grandi monaci, chissà perché, è il piatto tipico, qui realizzato dallo chef Andrea Cacchioni il quale, quasi a riscattare il passato, ha aggiunto qualche uovo. Il formato è frutto di secoli di esperienza, gesti arcaici ormai entrati nel DNA dei sublacensi: le listarelle si schiacciano sulla punta e poi si arrotolano. E dopo una brevissima bollitura in acqua e sale, il sugo base è un soffritto con olio extravergine di oliva e aglietto tritato, passata di pomodoro, prezzemolo o basilico e peperoncino, possibilmente fresco. Altri condimenti: carciofi e guanciale; funghi porcini; tartufo nero pregiato o scorzone estivo del Monte Livata.
Foto in evidenza Strozzapreti alla sublacense ©Pierluigi Mercuri
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