Non si può dire che non sia un vino privo di storia, l’Aglianico del Vulture è vino lucano la cui storia si perde nei secoli. Si dice che il primo vitigno sia stato portato dai Greci tra VII- V secolo a.C., ma sappiamo di certo che Quinto Orazio Flacco, nel suo “Ars Vivendi” tra gli insegnamenti per godere i piaceri della vita ne parla. D’altronde Orazio nacque proprio in questa terra, a Venosa nel 65 a.C., e quindi sapeva di cosa stava parlando … Di questo vino oggi se ne producono 4 milioni e mezzo di bottiglie l’anno. Vino rosso dal sentore fruttato, è di gusto intenso e armonioso con sensazioni di spezie e tostature. Ce ne sono diverse denominazioni in Basilicata: DOCG Aglianico del Vulture Superiore, DOCG Aglianico del Vulture Riserva, DOC Aglianico del Vulture.
Ma non solo di vino è fatta questa terra, a pochi passi da Melfi si trovano i laghi di Monticchio da cui sgorga un’acqua purissima, arricchita da una naturale effervescenza. Ogni anno in Basilicata, tra le sorgenti del Vulture e quelle del Pollino si arrivano ad imbottigliare oltre 800 milioni di litri.
E poi che altro? Uliveti, grano e uva e “Marroncino” la castagna che nasce alla base del Vulture, di grossa pezzatura e di forma tondeggiante. E’ adatta ad essere consumata fresca e ricercata per la produzione dei marrons-glaces. Ad inizio ottobre al Parco Urbano delle Cantine di Rapolla si tiene una importante festa dedicata proprio a questa castagna.
E poi si possono assaggiare le zuppe e le proposte vegetali di questa area, il caciocavallo, il miele e l’olio extravergine d’oliva, ma anche i salumi, la salsiccia e la ventresca.
Un giro in bicicletta
Vi consigliamo un percorso in bici per andare a conoscere al meglio questa zona. La scarsa presenza di traffico automobilistico permette di pedalare in tutta tranquillità, tra i vigneti e le cantine dell’Aglianico, tra gli oliveti e i frantoi, tra i siti archeologici e i centri storici medioevali. L’itinerario, piuttosto breve e di medio-bassa difficoltà, può essere percorso in una singola giornata. Si parte da Venosa, borgo che domina il maestoso castello Pirro del Balzo, sede del Museo Archeologico Nazionale. Dopo circa 8 km si giunge a Rapolla, centro rinomato per il Parco Urbano delle Cantine scavate nel tufo vulcanico oltre che per la presenza di un piccolo centro termale. A questo punto dell’itinerario, gli appassionati possono aggiungere un’ulteriore tappa e visitare Melfi, la città del maestoso castello normanno-svevo utilizzato dallo Stupor Mundi come residenza estiva.
Il tour prosegue in direzione Barile, uno dei paesi lucani di origine albanese che conserva ancora tradizioni etniche e linguistiche di tipo arbëreshë. Il borgo è noto per le cosiddette “Seshe”, grotte scavate nel tufo e per la Sacra Rappresentazione della Settimana Santa che ogni anno va in scena lungo le vie del paese. La tappa successiva è Rionero in Vulture, dove è possibile visitare su prenotazione altre cantine di Aglianico. A pochi km da Rionero si possono raggiungere i Laghi di Monticchio che, situati alla falda sud occidentale del Monte Vulture, occupano le bocche crateriche dell’antico vulcano. Ancora pochi chilometri e si raggiunge Ripacandida, borgo definito anche la “piccola Assisi” della Basilicata per i pregevoli affreschi di scuola giottesca che decorano le pareti del santuario dedicato a San Donato Vescovo. L’ultimo tratto, prima del rientro a Venosa, consente di attraversare Ginestra, altro centro arbëreshe della Basilicata.
Dicci cosa ne pensi!