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2 Dicembre, 2021

Tra mito e bellezza, Ponza l’isola di Circe ed Ulisse

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Mentre il traghetto partito da Formia (LT) solca le acque delle isole Ponziane, seguendo quelle che nell’Odissea erano le rotte di Ulisse, ci troviamo di fronte l’isola di Ponza, la più grande delle isole dell’arcipelago, insieme a Ventotene, Palmarola, Zannone, Gavi e S. Stefano.

La prima cosa che colpisce è la conformazione delle rocce che si stagliano nelle innumerevoli insenature, con pareti a picco sul mare. La formazione delle isole è avvenuta in seguito a numerosi episodi vulcanici, dato che i materiali che compongono questi spettacolari scogli, non sono gli stessi per tutte le isole dell’arcipelago Pontino.

Faraglione S. Silverio

I primi abitanti risalgono al neolitico, seguiti poi dai Fenici, i Greci e naturalmente i Romani, che hanno lasciato la loro impronta con grandi opere di ingegneristica idraulica. Sull’isola di Ponza, sono presenti una trentina di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, e dopo ben 2000 anni, due di loro sono perfettamente intatte e visitabili: La Cisterna Romana del Corridoio e La Cisterna Dragonara.

Le guide turistiche, durante la visita, ci riportano a quel periodo, toccando con mano la maestria degli antichi romani, che trovandosi a dover costruire degli acquedotti con il materiale locale (il tufo) hanno risolto il problema di rendere impermeabili le pareti delle cisterne, con il “cocciopesto”. Da Roma partivano grandi navi che nelle anfore, all’andata, trasportavano i frammenti di coccio che lasciavano sull’isola, per essere trasformati con sabbia e calce in cocciopesto, mentre al ritorno, le anfore contenevano l’acqua, una vera opera di riciclo di tempi lontani. Gli approdi erano due, uno ad est e uno ad ovest, collegando Forne (Cala dell’Acqua) e il porto di S. Maria, dove l’acqua scorreva in un tunnel con una pendenza del 2% per 2 km attraversando l’isola verso le cisterne. L’acqua non serviva solo per il fabbisogno dei residenti, infatti non dimentichiamo che a quell’epoca, i romani avevano l’acqua corrente in casa, ma veniva distribuita per le esigenze di tutto l’impero.

Si pensa che il grande dispendio di risorse economiche per la realizzazione di questo impianto idraulico ,fosse prioritario per Roma, che vedeva in Ponza un importante avamposto della flotta romana per il controllo della costa, ma altresì le imbarcazioni solcavano e attraccavano queste acque, anche per motivi commerciali. La cosa più sbalorditiva è che oggi Ponza non ha acqua, e ogni giorno a Cala dell’Acqua arrivano tre navi che scaricano direttamente nelle rete idrica. Per 1440 anni l’isola poi, fu completamente disabitata, dopodiché fu colonizzata dai Borboni, che utilizzarono le cisterne come rete fognaria, e dopo l’epoca con Pisacane e l’avvento fascista, arriviamo ai giorni nostri.

Porto di Ponza

L’isola di Ponza è il regno della nautica, perché le coste, formate da spettacolari stratificazioni di minerali, sono molto friabili e per motivi di sicurezza, la gran parte delle spiagge è inagibile. Il turista può utilizzare dalle più piccole imbarcazioni ai catamarani, motoscafi o barche a vela, si possono affittare gommoni per gite giornaliere o per raggiungere varie spiagge ed isole vicine, con barche messe a disposizione dalla Cooperativa dei Barcaioli Ponzesi, e naturalmente fare immersioni o snorkeling con diving center a supporto, come Odissey Diving Ponza. Alcune spiagge comunque sono raggiungibili a piedi, come la Spiaggia del Frontone, Cala Feola o Le Piscine Naturali tramite delle scale che consentono l’accesso.

Anche il trekking richiama sull’isola molti turisti, in quanto esistono passeggiate con tutti i livelli di difficoltà. Per chi desidera un percorso facile, ma molto suggestivo, consigliamo Punta Incenso, un tracciato CAI (denominato 552) che è il più a nord e procede fino alla fine dell’isola, dove si riconosce l’isolotto di Gavi. Durante la passeggiata è possibile approfondire la conoscenza delle piante della macchia mediterranea, con la presenza di una guida esperta, che saprà valorizzare il panorama ammaliante. A seconda della stagione, si notano le varie fioriture e le piante come il mirto, quattro varietà di ginestra con i suoi splendidi fiori gialli, così come l’elicriso con un profumo simile alla liquirizia, poi ancora l’assenzio, il caprifoglio, la cineraria e anche la solanium nigra (famiglia delle solinacee) che produce dei frutti tipo pomodorini rossi, che sono altamente tossici oppure la euforbia (pianta urticante). Proseguendo, in alcuni periodi sono visibili anche delle orchidee, oltre alla pianta del lentisco, le cui bacche rosse producono un olio. Ecco perché la presenza di una guida consente un’arricchimento di conoscenza per tutti.

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Cala Feola

Obbligatoria una gita all’isola di Palmarola, il cui nome deriva da alcune palme nane, i cui semi furono trasportati dagli uccelli migratori dalle coste dell’Africa, definita da Folco Quilici “una delle terre emerse più belle del nostro pianeta”. Con le imbarcazioni è possibile entrare nelle grotte e attraversare vari faraglioni che portano i più svariati nomi, legati alle antiche leggende, che si aprono verso calette mozzafiato.

Sull’isola sono ancora visibili le case grotta, piccole costruzioni che venivano abitate dalle persone che venivano a coltivare la terra, che erano letteralmente scavate nella roccia, e consentivano quindi di avere al loro interno sempre la stessa temperatura (circa 22 gradi), quindi erano calde in inverno e fresche d’estate. Attualmente vengono frequentate solo d’estate da alcune persone che hanno ereditato queste abitazioni nel corso degli anni, mentre solo una colonia di capre selvatiche occupa in maniera permanente l’isola. All’inizio di giugno sull’isola c’è la festa del patrono di Ponza  S. Silverio (Papa Silverio anno 536) con una suggestiva processione di barche che raggiungono un faraglione sul quale è situata una chiesetta costruita in onore del santo che morì proprio in questo luogo.

A Palmarola esiste un unico piccolo ristorante con qualche camera, per quei turisti che vogliono staccare la spina, in quanto non esiste linea telefonica e nemmeno la corrente elettrica che nelle strutture è sostituita da generatori. L’eccellenza gastronomica del territorio è da sempre riconosciuta, pertanto è possibile mangiare bene, dal piccolo locale letteralmente sul mare, come il ristorante La Marina a Cala Feola, la cui specialità consiste in una parmigiana fatta con le palette del fico d’india, che vengono pelate, lavate e cucinate e la gustosa pasta con finocchietto e capperi; oppure L’Oresteria, proprio sul porto, che da anni è meta di palati eccellenti che riconoscono allo chef Oreste la sua grande maestria, non a caso, il suo locale è sempre stato negli anni, meta di cantanti, attori e personaggi famosi, che fanno tappa nel suo locale (Leonardo Di Caprio, Naomi Campbell, Leo Messi, Shakira, Beyoncé).

Il Piccolo Hotel Luisa con annesso il Ristorante Gamberi e Capperi, è molto apprezzato per la sua cucina ed è aperto tutto l’anno. L’Hotel è rinomato anche perché nel periodo del suo confino, l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, soggiornò in una stanza che ora fa parte dell’odierno Albergo, chiamata ora stanza numero 1 e dedicata al Presidente. A Ponza non manca nemmeno, il Ristorante stellato Michelin Acqua Pazza che oltre alla sua cucina raffinata, gode di un invidiabile vista a strapiombo sul mare.

Spiaggia di Chiaia di Luna

All’offerta culinaria, si unisce la produzione vinicola di Biancolella di Ponza, cosiddetta eroica, data la conformazione del territorio dove la raccolta dell’uva nei filari a picco sul mare è rigorosamente fatta a mano. Proprio nella zona di Cala Fieno, la cantina Casale del Giglio (prima casa vinicola del Lazio) ha deciso di investire a suo tempo, ben un ettaro di terra per la raccolta di questa uva.

La ricettività sull’isola di Ponza è garantita dai numerosi alberghi presenti, come l’Hotel Bellavista, di nome e di fatto, dato che le camere si affacciano sul mare, come la zona dedicata alla colazione.
Per coloro che preferiscono un soggiorno poco lontano dal porto, con annessa piscina troviamo il Grand Hotel Santa Domitilla oppure il celebre Hotel Chiaia di Luna che sorge proprio a ridosso della famosa spiaggia meta di tutte le escursioni via mare. Mentre se la scelta ricade, su appartamenti o B&B, l’isola propone almeno 1000 posti letto. Per coloro che desiderano lasciare l’auto sulla terra ferma, è possibile raggiungere l’isola con traghetti ed aliscafi nel periodo estivo, parcheggiando la propria auto a Formia, Terracina, Anzio, Circeo e Napoli, mentre d’inverno, solo da Formia.

Una vacanza indimenticabile perché, così come fece Circe con Ulisse, l’isola di Ponza ci strega con le sue meraviglie naturali.

a cura di Annarosa Brusa

Redazione Viaggi del Gusto

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