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5 cartoline dall’Alto Adige: respirare, alloggiare, gustare

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View to Lake Caldaro

In Alto Adige l’arrivo della primavera ha il colore del cielo stellato. Prima che i meli dipingano il paesaggio con le loro nuance bianche e rosa gli occhi si posano sui caldi toni dell’erica, dei giacinti e delle primule che acquerellano qua e là i boschi come astri che rivelano il mistero della natura che rinasce.

vigneti di Mazzon,

vigneti di Mazzon

Cartolina 1

Respirare. Lo sa chi fa tappa al Belvedere di Castelvecchio, a Caldaro sulla Strada del Vino: da qui, tra i faggi che rinverdiscono, si coglie il bagliore del lago dove si specchiano le vette alpine. Attraversando piccoli corsi d’acqua su passerelle sospese, dove anche le famiglie si sentono a proprio agio, il profumo del bosco si fa intenso accanto a quanto rimane della chiesetta di San Pietro, del V secolo, la più antica del Sud Tirolo. Chi vuole avvicinarsi ancor di più al cielo può affidarsi alla funicolare che tocca i 1363 metri del Passo della Mendola con partenza poco fuori dal centro abitato. Al termine della salita si può scegliere di raggiungere il Monte Lira, noto tra gli amanti del parapendio che da qui si lanciano verso la piana.
Alloggiare. Il luogo migliore per soggiornare è l’Hotel Malga, a dominio sulla valle dell’Adige (hotel-malga.com). Dalle camere e dalle vetrate degli ampi appartamenti, ideali per una vacanza in tutta autonomia, si accede al roseto e al giardino di erbe officinali che incorniciano la grande piscina all’aperto. Al ritorno dalle escursioni c’è tempo per una pausa di relax nello spazio panoramico dedicato a sauna e vasche idromassaggio. Lentamente di sera è il luccichio del borgo a mettere in scena uno spettacolo che è tutt’uno con la volta celeste illuminata dalle stelle.
Gustare. Nel panorama della viticoltura altoatesina, l’area di Mazzon (Comune di Egna), a sinistra dell’Adige, è particolarmente vocata per il Pinot nero. Per sapere tutto su come si è adattato il vitigno al territorio e quali sono le sue caratteristiche bisogna fermarsi da Ferruccio e Michela Carlotto che dal 2003 imbottigliano Filari di Mazzòn, un vino con colore rubino intenso, dai saldi aromi fruttati e privo di spigolature. Il bicchiere diventa voluttuoso dopo almeno cinque anni dalla vendemmia e sprigiona profumi di confettura di susina e cachi maturo. Un’autentica stella nel firmamento enologico sudtirolese che ama il filetto di cervo grigliato senza ammennicoli di salse e inutili fardelli (ferruccio-carlotto.it).

gustare

Gulash di manzo e canederli: uno dei piatti della Baita Jochtal

Cartolina 2

Respirare. Se si è interessati a conoscere la storia di questa parte delle Alpi, i numerosi frammenti che affiorano passo dopo passo nei tre piani del museo dell’epoca romana di San Lorenzo di Sebato sono il posto giusto dove trascorrere un paio d’ore. Dalle prime ricerche del Settecento di Anton Roschmann agli scavi coordinati da Giovanni Brusin negli anni Trenta la mansio Sebatum è riportata abilmente alla luce. Il reperto più originale, divenuto simbolo stesso del museo, è un gallo in argento fuso a tutto tondo che si può ammirare nel primo piano. Alla visita del museo può seguire un’escursione nella ricca natura della Val Pusteria lungo l’itinerario archeologico e panoramico sul promontorio Sonnenburger Kopf. Tavole e tabelloni riportano informazioni sui siti dei ritrovamenti e sugli oggetti rinvenuti (mansio-sebatum.it).
Alloggiare. Dalla suite 37 dell’albergo Saalerwirt si coglie con lo sguardo l’isolata chiesa di Maria Saalen. Un luogo di pace e tranquillità che sbraccia tra i boschi (“Alcuni ospiti che vengono dalla città dicono che la prima notte non riescono a dormire a causa del silenzio in cui si ritrovano. Ma poi si abituano e tornano” afferma Gabriel Tauber, la cui famiglia gestisce la struttura dal 1887). A lui ci si deve rivolgere per conoscere i percorsi di mountain bike e ottenere informazioni sugli abbinamenti tra cibo e vino: il ristorante appartiene all’associazione Locanda Sudtirolese dove prodotti e vini sono rigorosamente altoatesini. Questo è il posto giusto per chi vuole praticare attività psicofisica: accanto al nuovo centro benessere che possiede tra le altre cose una deliziosa sauna ai profumi dei fiori si trova un piccolo laghetto balneabile e ogni mattina si possono seguire sedute di yoga (saalerwirt.com).
Gustare. Si possono fare acquisti durante tutto il giorno nel maso Ausluger poiché i prodotti come uova, salumi e pane (realizzato con cereali e spezie prodotti in proprio senza pesticidi) vengono dispensati attraverso un moderno sistema di vendita non assistita. È lo stesso giovane Joachim Knapp a coltivare i campi, allevare 3500 galline all’aperto e produrre pane (ausluger.com). Chi vuole concedersi un’esperienza gastronomica vicino alle stelle opta per la baita Jochtal a Valles, località dell’area vacanze Sci&Malghe di Rio di Pusteria. Si toccano i 2008 metri grazie alla funivia del Gitschberg Jochtal, ben nota tra gli sciatori tra novembre e aprile, oppure da maggio a ottobre lungo ripidi sentieri che collegano la Pusteria con Vipiteno. Nella vecchia baita ristrutturata abilmente dieci anni fa da Roland Weiβsteiner è difficile rinunciare alla zuppa d’orzo con Tirtl (tortini fritti agli spinaci) e al gulasch di manzo con porcini e canederli, magari seduti nel gazebo o sulla terrazza sospesa nel nulla, prima di prendere il sole su comode sdraio ammirando il Gruppo delle Odle (jochtal.info).

San Pietro Valle Aurina

San Pietro Valle Aurina

Cartolina 3

Respirare. Aria buona sotto un cielo terso in cui si specchiano foreste, alpeggi e corsi d’acqua. Scegliere la Valle Aurina è concedersi un elisir di lunga vita: niente polveri, niente rumori molesti. E un’aria del tutto speciale per rilassarsi, quella del Centro climatico di Predoi dove si applica la speleo terapia: sì, proprio in una grotta dalla temperatura costante a 9°C e quasi il 100% di umidità. Via via che il trenino si inoltra nel ventre della montagna, la copertura dei telefoni cellulari si azzera e tutti possono tirare un … respiro di sollievo. Ma c’è anche un sentiero che si stacca da Casere e con una facile escursione conduce alle torbiere Wieser Werfer dove, accanto al ruscello, si può imparare la tecnica del respiro camminando a piedi nudi. Chi vuole immergersi nelle credenze popolari nel medioevo ha tempo fino al 3 novembre per la visita alla mostra allestita presso Castel Taufers Forze segrete della vita quotidiana.
Alloggiare. Al Bühelwirt, poco prima del tramonto, complice la luce soffusa e radente alla collina di San Giacomo, si colgono non comuni momenti di serenità. Dai sedili-finestre delle nuove camere il paesaggio inonda gli interni, allestiti con forme semplici, ecologiche e innovative. Niente di meglio che attendere la sera con nelle mani un libro della fornita biblioteca. Saranno utili le indicazioni del proprietario Matthias Haller se l’indomani si vogliono scoprire i sentieri più esclusivi e curiosi da percorrere a piedi o in bicicletta. L’ultima meraviglia si coglie durante la breve passeggiata dopo cena, quando il cielo cade giù con le sue stelle e si posa all’interno della sagoma irregolare e in legno nero del Bühelwirt (buehelwirt.com).
Gustare. Bisogna fermarsi nel maso di Dora Leichter, alto su San Giovanni, per scoprire tutto sul mondo delle erbe, fonte di energia nel piatto e antico rimedio medicinale. Nei campi del maso e dalla foresta raccoglie bacche, piante officinali, radici che la conoscenza popolare e personale ha stabilito avere valore ricostituente, energetico, sedativo. Così nello spaccio c’è spazio non solo per tisane di menta piperita, fiordaliso e malva, ma anche per polvere d’ortica (rivitalizzante) e confettura di pigne di cirmolo (contro la tosse) (getzlechenhof.com). Bisogna invece lasciare alle spalle l’abitato di Selva dei Molini e la piccola frazione di Fosse per raggiungere, dopo una lunga teoria di tornanti tra boschi di larice, il minicaseificio di Agnes Laner. Qui si impara tutto sul Graukase (il formaggio tipico della valle che si ottiene per acidificazione del latte, dopo averlo scremato) e sugli Zigolan, della stessa pasta ma con una curiosa forma piramidale (FB: mittermairhof.hofkaserei).

Fienile

Sella di cervo e frutti rosso, uno dei piatti del Ristorante Fienile

Cartolina 4

Respirare. Se si cerca una cittadina effervescente da un punto di vista insieme culturale e naturalistico è facile individuarla in Dobbiaco. Se ne era innamorato anche Gustav Mahler che trascorse le sue vacanze estive tra il 1908 e il 1910. A ricordare l’evento si tengono le Settimane Musicali dedicate al compositore (nel 2024 le date sono dal 13 al 29 luglio). Per immergersi nel paesaggio interiore di Dobbiaco e respirare il suo spirito bisogna visitare la Collegiata – senza perdersi la cripta, ricca di significati simbolici – e Castel Herbstenburg con aggetti, merli e architettura del Cinquecento. Facile sgranare gli occhi nel Centro visite del Parco Naturale Tre Cime (che riapre il 2 maggio fino al 31 ottobre) dedicato alla geologia delle Dolomiti. C’è tempo per respirare a pieni polmoni nella natura con una gita lungo l’ex via ferrata della valle di Landro o lungo il perimetro del lago di Dobbiaco (dove si possono noleggiare barche a remi) percorrere il sentiero naturale a portata di carrozzine.
Alloggiare. Per chi vuole addormentarsi sotto la volta celeste c’è lo Skyview Chalets proprio sul lago di Dobbiaco. Un viaggio tra le galassie del bello, a cominciare dal gigante giaciglio incastonato nel cubo di vetro che comunica con il resto della stanza, il legno cirmolo. Ci si addormenta ammirando le vette e il cielo altoatesini dopo una sauna a raggi infrarossi a disposizione di ciascun chalet o una seduta di idromassaggio per quei fortunati a cui tocca la versione deluxe. La sera sono le sponde del lago ad attrarre chiunque per un’ultima passeggiata prima del riposo nel ristorante Il Fienile tra piatti di selvaggina e ricercate bottiglie, selezionate dal proprietario Andreas Panzenberger. È bello risvegliarsi con la natura di buon mattino, ma non serve uscire per la colazione, che viene consegnata chalet via chalet in cestini di vimini dal personale della struttura. Proprio mentre il sole fa capolino tra gli abeti e uno scoiattolo guarda incuriosito (toblachersee.com).
Gustare. Nei giorni di martedì, venerdì e sabato, quando il profumo di pane si diffonde per le vie della cittadina, il forno della famiglia Feichter è sempre preso d’assalto. Nei 15 ettari intorno a Dobbiaco Bernhard coltiva frumento, segale, farro e trigonella che vengono macinati nel mulino di casa. Il risultato finale è un capolavoro impastato dalle mani di Christine, la matrona, e informato dal figlio Matthias. Non c’è solo pane (dallo Schüttelbrot al Puschtra Breatl), ma anche biscotti con la certificazione d’agricoltura biodinamica (FB: brotklee).

piatti

Alucni formaggi del maso Unteroltlhof

Cartolina 5

Respirare. Silenzio e luce dalle stelle: nella Valle di Villgraten è ancora possibile percepirli senza difficoltà. Non esistono impianti di risalita o grandi strutture alberghiere, ma solo masi in legno che fioriscono da maggio con gerani e petunie. Così se l’obiettivo del viaggio è fare quattro passi nel passato si può oltrepassare il confine di pochi chilometri e fermarsi al Wurzerhof per capire come si praticava l’autosufficienza di un maso del Quattrocento. Vale la pena soffermarsi a chiacchierare con i locali tra un’escursione e l’altra per scoprire antiche tradizioni che ancora oggi vengono rispettate. Da non perdere la Domenica del Sacro Cuore (nel 2024 cade il 7 giugno), due domeniche dopo il Corpus Domini, quando montagne e case vengono illuminate in maniera spettacolare da giganteschi roghi e la vigilia del 15 agosto, giorno in cui le erbe officinali raccolte dalle donne vengono portate in chiesa per la benedizione. Saranno bruciate nel caminetto durante i temporali per scacciare lampi e sciagure.
Alloggiare. Non è il semplice desiderio di dimorare in un contesto speciale, dove il creato e la natura si dichiarano in maniera tanto esplicita e perentoria, no. Tutti i sensi escono appagati da un soggiorno al Bad Moos Aqua Spa Resort, all’ingresso della Val Fiscalina. Si può scegliere di raggiungere le numerose malghe presenti nel comprensorio sulla base della difficoltà dei sentieri, da percorrere a piedi o in mountain bike. Un’altra possibilità che permette di toccare le stelle è l’uscita a cavallo, su carro o slitta in base alla stagione. Al ritorno, è facile perdersi tra gli spazi del benessere tra hammam, sauna finlandese e percorso Kneipp all’interno di una grotta o alla ricerca della sauna San Valentino, accanto a un salottino in stile vittoriano. Chi è alla ricerca di tradizioni locali si affida al bagno di fieno, come un tempo era costume fare da parte dei contadini. Chi vuole ha a disposizione numerose fontanelle di acqua termale sulfurea che sgorga dalla Croda Rossa. La sera è un tripudio di sapori in bilico tra Alpi e Mediterraneo nelle ampie sale del ristorante. Per concedersi una cena stellare chiedere se risulta disponibile la Wein Stube (badmoos.it).
Gustare. Bisogna raggiungere il maso Unteroltlhof per provare i sapori di una primavera che è dentro ciascuno di noi. Andreas e Sonja Villgrater allevano una cinquantina di capre e altri animali di razze altoatesine: dai maiali neri delle Alpi alle Pecore della Val di Funes, dall’aureola nera intorno agli occhi. Un esempio di maso autosufficiente con galline e oche che starnazzano all’arrivo dei visitatori. Dopo averli provati, difficile andarsene senza una provvista di yogurt di capra al naturale o con aggiunta di frutta biologica e di piccole sfere di formaggio di capra con erba cipollina messe sottolio. Saranno le stelle a guidarvi verso casa (https://www.gallorosso.it/it/prodotti-di-qualita-dal-maso/alto-adige/unteroltlhof-sesto+4003-3).

Riccardo Lagorio

Con la valigia in mano e la penna nell’altra, scrive di cucina, borghi e prodotti tipici da prima che diventassero un fatto di moda. Per questo non riesce a frenare la passione per la sobrietà di un tempo. Ama le cose che tocca. E questa è la ragione che gli fa mettere nero su bianco solo ciò che ha visto e ha provato. Forse démodé, ma pur sempre sinonimo di garanzia.

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